Abito gessato

L'estate della moda: l'eterno ritorno della disinvoltura

L’estate della moda: l’eterno ritorno della disinvoltura.

Che sia città, lungomare, campagna o vita sociale, l’uomo riscopre un approccio più disinvolto alla moda. Affrancandosi forse per sempre dai diktat del troppo fasciato – che in alcuni casi hanno sfiorato il ridicolo con taglie che sembravano due o tre volte più piccole oppure, al contrario con l’extralarge in ogni dove, soprattutto in materia di giacconi e cappotti.

Armonia e disinvoltura..

fanno così riscoprire proporzioni finalmente più calibrate, soprattutto per le giacche, siano esse mono o doppiopetto, che lasciano come unica raffinata concessione al farsi notare i revers con punta larga e slanciata, ispirata ai grandi “armatori” e “capitani” dell’industria e del bel mondo come gli indimenticati Agnelli o Onassis.

giacca da uomo

Per quel che riguarda spezzati e blazer, si ammorbidiscono tutte le forme, sottolineando non solo una più disinvolta vestibilità dal punto di vista del taglio, ma anche nella percezione del tocco.

La quale, grazie ai pesi leggeri del tessuto e a una maggiore fluidità delle lavorazioni di lini, cotoni e sete sempre più in mix tra loro, permettono la morbidezza delle lavorazioni areate come il crêpe o l’hopsack, quest’ultima mutuata dagli aeratissimi sacchi per il luppolo nella lavorazione della birra.

Giacca Hopsack
Giacca Hopsack

La ricerca della novità è sempre più spesso affidata, oltre che alle lavorazioni e alla struttura dei tessuti, anche agli effetti di intreccio e colore che richiamano gli inossidabili “solari” ad effetto sgargiante o al fil-a-fil che citano i gessati, pur senza esserlo in senso classico.

Abito Solaro
Abito Solaro
Abito gessato

Sempre più spesso, infine, all’insegna di una decostruzione sempre più accurata di obblighi e dress code, ci si affida alle giacche in maglia e in jersey, di diverse finezze e texture, capaci di “liberare” anche le occasioni più rigide e formali.


Caldo? Non lasciamoci sbottonare

Caldo? Non lasciamoci sbottonare

Primi giorni di afa e solleone ed ecco che le città si riempiono di scamiciati sudoranti con infradito e quant’altro preveda il corredo.

Ricerca di bibite ghiacciate e un po’ d’ombra, e sguardi ai tanti uomini e donne eleganti vestiti di tutto punto che vanno dall’ammirato – non senza un pizzico di invidia – al compassionevole: chissà come farà!
Dal momento che non stiamo parlando di uomini e donne sottoposte a tortura o provenienti da un altro pianeta, ma semplicemente eleganti e in perfetto ordine, Principe di Firenze invita a una riflessione attorno ai concetti base che rendono possibile e addirittura piacevole
il fenomeno.

Anzitutto un po’ di saggezza antica..

che sicuramente ognuno di noi avrà sentito dire: se protegge dal freddo, protegge anche dal caldo. Argomento da non liquidare troppo in fretta come se fosse una frase da vecchie zie, ma precisa verità della fisica.

Sulla quale un ripasso non fa mai male.

Certo questo non vuol dire usare il piumino a ferragosto, ma certamente la struttura di certe fibre naturali – tra cui la lana – permettono isolamento e aerazione più invidiabili di alcuni look nudo e sudaticcio che si vedono in giro.
Se non bastasse la natura delle fibre più nobili, si può aggiungere l’umano ingegno nel saperle tessere, trattare, adoperare.

Magari nei tempi frettolosi e globalizzati di oggi non sifa caso ai costi e alle sapienze di lavorazioni lente, e si va giù di tagli-e-cuci rombanti in chissà quale parte del pianeta e spedite per mare via container.

Ma per chi si affida a quelle tradizioni e quei know how, sa bene la libertà e la freschezza che può dare un tessuto lavorato hopsack, o quel “cannone” in più di una camicia, il quale muovendosi – provare per credere, recitava una vecchia martellante pubblicità – è una piccola “aria condizionata” ben diversa da qualcosa che si appiccica alla pelle come un cerotto.

Poi ci sono i colori e ritorniamo alla fisica:

i riflettenti, gli assorbenti, i freschi naturali.

Assieme al modo di tingere, naturalmente, per il quale non basterebbe un intero manuale di tecniche e agenti “aggredenti” che fanno magicamente variare i prezzi a scapito delle performance, proprio in caso di improvvisi bollori.

Applicate queste poche consapevolezze, non si avrà più la giustificazione che chi cammina in piena estate in giacca o tailleur stia facendo “apnea” da ambienti potentemente condizionati in stile cella frigorifera.

Che siate donna, uomo o bambino, fatevi un giro tra le proposte Principe di Firenze per l’estate.

Ne scoprirete delle belle per non lasciarvi sbottonare al primo accenno d’afa.

Giacca Hopsack Avio


L'uomo il mare e un costume

L'uomo, il mare e un costume. Per esibirsi o stare comodi?

L’uomo, il mare e un costume. Per esibirsi o stare comodi?

Sempre il mare, uomo libero, amerai.

Furoreggiava Baudelaire nei suoi rivoluzionari fleurs du mal a metà dell’Ottocento. Il mare simbolo di libertà e – sempre per rimanere in zona poeti maledetti – l’invito al viaggio.
Roba forte in tempi in cui il mare era poco più che una medicina per la respirazione di spiriti aristocratici un po’ rachitici, alieni al tuffo, come al surf e al pedalò. I quali sarebbero venuti molto dopo assieme a un vento di libertà e di accessibilità ancora difficile da immaginare.
Certo c’erano state popolazioni e conquiste marine, persino nelle prime Olimpiadi si nuotava, ma era indubbio che tutto fosse circoscritto ai professionisti.

All’eleganza si contrapponeva nei secoli o la completa nudità oppure la castigatissima divisa.

Ma alla fine quell’amore primordiale e poetico è prevalso, arricchendo gli ultimi decenni di una quantità di stili, tagli, eleganze, colori e materiali. Vere bandiere di libertà. Oggi l’uomo e il mare – si perdoni la banalità del gioco di parole – è un vero e proprio fenomeno di costume.

Il quale, appunto, a un costume affida le sue molteplici espressioni. Che siano una barca o la battigia, la vela impegnativa di un surf o l’essenziale tavola oceanica, ma anche il chioschetto aggredito dalla salsedine o la riproduzione del lounge d’alta hôtellerie tutto legni, cuoio, corde e tendaggi al vento.

L'uomo il mare e un costume

La nuova libertà del mare permette ormai vita completa: dall’immersione in solitaria alla stipula del contratto, riunione d’ufficio come cena di cambusa.
L’uomo e il mare prende decisioni, insomma, e detta l’eleganza come ha imparato a fare in ogni dove, coi cotoni, le sete e i lini, e poi i nuovi “tecnici” che vestono con grinta e colore e asciugano in fretta. E’ l’uomo che decide di volta in volta le regole del gioco, esibirsi o stare comodi, esibizionismi o below the line?

Ma il gusto e il potere della scelta è ancora affidato a un luogo di terraferma: i negozi e l’online Principe di Firenze, dove aspettano le collezioni costumi mare 2019 e tutto quel che ne consegue, dai bermuda alle scarpe.

Tutto perfettamente in linea con la contemporaneità e la poesia.


Il futuro? Dimentichiamoci della moda veloce

Il futuro? Dimentichiamoci della moda veloce

Il futuro? Dimentichiamoci della moda veloce.

I clienti Principe di Firenze lo sanno già: lo stile non va d’accordo con l’usa e getta.

Ora anche il mondo lo sta scoprendo – da Greta alle kermesse internazionali più quotate della moda – cominciando ad interrogarsi su come riportare stile e moda stabilmente nei nostri armadi per lasciarceli più a lungo, anzi: molto a lungo.

Non si tratta banalmente di porre un freno ai circa 140 milioni di capi che nella media europea ogni Paese fa finire al macero – che pone i problemi ecologici, di sostenibilità e morali che ben conosciamo – ma di qualcosa di estremamente più sottile e profondo.

La natura dello stile è lenta, ad esempio, perché sedimenta etica, memoria, riti e immagine di sé, che non si piegano e non si spiegano col consumismo.

L’etica, ad esempio, al di là del suo orientamento è qualcosa che si forma sull’abitudine e l’esperienza. Difficile dunque che quel che cerchiamo nella continuità del nostro stile possa essere qualcosa di incostante e troppo mutevole. Così andremo sempre alla ricerca di materiali “nobili” costanti nel tempo e di valore, nonostante le loro moderne evoluzioni.

Che sia cotone, lana, seta, lino, pelle, cuoio, nelle loro “tradizionali” lavorazioni, saranno sempre lì a farci da bussola in uno scenario che sempre più di frequente ci sembra un po’ impazzito.

Anche per l’idea di sostenibilità che, ci sembra ovvio, non può che tendere alla durata e alla conservazione di ogni “oggetto della moda” e della fatica di chi l’ha prodotto, il più a lungo possibile.

Il futuro? Dimentichiamoci della moda veloce

La memoria è un’altra parte fondamentale dello stile.

Perché quel che amiamo indossare sarà sempre – e sempre più in futuro – la somma di due fattori. I modelli che ci derivano dalla nostra vita e dall’identità sociale, anzitutto, ma anche l’associazione di determinati capi e oggetti del nostro stile, con i nostri momenti di felicità, forza, benessere.

Cose che valgono in ogni particolare ambito della vita, sia l’apparecchiatura di una tavola per un lunch informale, una particolare essenza, il modo di vestire.

E insieme alla memoria non sono di minor conto i rituali.

Che poi altro non sono che le abitudini con cui ci rapportiamo agli impegni di ogni giorno. Qualcuno sorriderà al fatto che ci sono state grandi menti nel nostro passato che non mettevano in moto il cervello se non indossavano un certo capo o non facevano piccoli gesti rituali, ma anche senza arrivare a certi estremi (che comunque sono realtà) basta guardare all’affettività che ci porta a preferire certi capi, certi colori, certi modelli.

Perché alla fine il vero stile – e non ce n’è certamente uno solo – è aprire l’armadio e trovarsi di fronte a uno specchio in cui riconoscersi, amarsi e farsi amare.

Il grande Dante fu molto preciso in proposito.

Noi di Principe di Firenze, con la necessaria proporzione e modestia, facciamo ogni giorno del nostro meglio per confermarlo.


Il bello sarà farsi notare

Il bello sarà farsi notare

Il bello sarà farsi notare

 

Persone protagoniste: ecco il bello dell’estate. Lo stile si fa personalità, che sia minimalista o pienamente strutturata, l’eleganza è messa a nudo senza altro alibi che il gusto.

Niente che copra e corregga una naturale predisposizione all’aristocrazia del vestire. Poco o pochissimo che abbagli o distragga con la nobiltà (ma sarà poi vera nobiltà?) di una griffe. Meno voglia e tempo di indugiare davanti allo specchio, pensa la libertà dell’aria aperta e dei suoi richiami all’allegria della luce, del sole che accarezza la pelle, della socialità notte e giorno.

Principe di Firenze sa che basta poco per cogliere l’essenza della stagione. A condizione che quel poco sia perfetto e che marchi la differenza tra esibizionismo e farsi notare. Dettagli, accessori e idee essenziali che valgono un giro esplorativo nei negozi di Forte dei Marmi, Lucca e Firenze o nell’online shop.

Partiamo dall’idea, che per chi vanta guardaroba estivi inossidabili all’effimero consumistico e all’ansia da ultima sfilata, sarà mixare con intelligenza presente e passato. Il piacere del nuovo incontro con l’abito che ci aveva già regalato soddisfazione – come se si rivedessero persone amiche e care – col tocco del nuovo e del presente, che diventa cifra dell’attualità della stagione.

Poi i dettagli, di cui sono indiscussi protagonisti i freschissimi foulard – in seta o lino, così come in altre fibre pregiate e morbidissime – stampati. I disegni esclusivi sono da sempre un vanto di originalità delle proposte Principe di Firenze di alta manifattura italiana ed è quasi inutile ricordare quante serate al chiar di luna abbia salvato questo accessorio emblema di uno chic senza brividi.

Non bastasse, per le ragazze di ogni età, c’è la versatilità della borsa. Principe di Firenze consiglia la magnifica collezione estiva de Il Bisonte, geniale nei colori, nella freschezza dei materiali, negli abbinamenti e nelle ampiezze, che sfiorano la complicità. 

pelletteria Il Bisonte
pelletteria Il Bisonte
pelletteria Il Bisonte

Per l’uomo la questione non è diversa. All’eterna e – per chi l’ha provata – insostituibile e ingualcibile Folcea, si aggiunge il piacere di una scelta quasi inimmaginabile di pochette pregiate e, quando proprio il dress code lo richiede, l’impalpabile cravatta lavorata a uncinetto, tanto fine che potreste leggerci un libro guardandoci attraverso.

camicia in cotone cellulare

Abbinata magari al tocco di classe dei gemelli, un po’ autoironici e irriverenti come quelli di Christie’s London. Naturalmente con una camicia adatta e freschissima, anch’essa Principe. 

i gemelli
indossare i gemelli
Il bello sarà farsi notare