Oltre i 40 gradi l'eleganza ha bisogno di due cose: buoni tessuti e preferibilmente un sarto.
Oltre i 40 gradi l’eleganza ha bisogno di due cose: buoni tessuti e preferibilmente un sarto.
Estate infernale in tutta Europa, ondate di calore che toccano i quarantatré gradi e le vacanze – che comunque sono brevi – ancora lontane.
E siccome non si può vivere e soprattutto andare a lavorare in short e infradito o in una perenne aria condizionata, ecco che un paio di idee per conservare aplomb ed eleganza diventano davvero urgenti.

Allora, se non sapete come sopravvivere alla giacca e cravatta in pieno anticiclone africano, ecco alcuni consigli urgenti.
Due in particolare:
qualità dei tessuti e sapienza sartoriale;
col codicillo di un terzo che sembra un po’ il consiglio della nonna ma funziona: il colore.

Partiamo anzitutto dai materiali, che significano soprattutto fibre e lavorazioni:
è chiaro che il massimo della freschezza la si otterrà con cotoni e lini, preferibilmente lavorati in trame che ne esaltano la traspirazione e che – pur resistenti al tatto e agli anni – a guardarli sono tutta una trasparenza.


Ci sono gli hopsack di alcune giacche bestseller di Principe di Firenze, che prendono il nome dai sacchi ben aerati, in cui si conservava il luppolo destinato alla birra, ma non mancano altre trame che favoriscono una perfetta traspirazione, anche nel settore della camiceria…
perché una giacca senza una camicia adeguata, che razza di giacca è?


Poi c’è la questione ampiezze,
in cui gioca un ruolo fondamentale l’esperienza, il genio e l’aiuto di un buon sarto – la sartoria interna Principe di Firenze fa scuola – il quale nel realizzare l’abito destinato all’estate torrida mette in pratica ogni dettaglio:
- un giro manica meno slim, che crei oltre all’aerazione un distacco a prova di macchie di sudore,
- pinces strategiche ogni volta che è possibile,
- svasature aerodinamiche.
Sembrano dettagli, ma chi ha avuto a che fare almeno una volta nella vita con il piacere di un abito sartoriale..
sa che fanno una differenza enorme: in gradi ed impeccabili eleganze.
Infine i colori.
Sfatando il fatto che i colori antisole riguardino ovviamente i chiari, la cui eleganza non è adatta a tutti e spesso è un po’ sopra le righe.
Gli scuri e in particolare il classico e intramontabile blu, assorbirà forse più luce, ma sicuramente vi darà la garanzia di contenere con sobrietà e abnegazione, qualche iperproduzione di sudore. Magari dovuta al vero terrore dell’estate infuocata.
Infilarsi in un’auto parcheggiata al sole.
Fuga nel weekend: ecco il bagaglio perfetto
Fuga nel weekend: ecco il bagaglio perfetto
Il weekend, classico o allungato di un giorno che sia, è la nuova vacanza.
Tanti cominciano a preferirla in alternativa alla settimana un po’ banale proposta dai circuiti turistici o al lungo soggiorno nelle seconde case, i cui canoni – magari un po’ antiquati – non smettono di esercitare un fascino quasi letterario di attesa e routine di vita.

Ma il weekend è proprio un’altra cosa.
Parla di avventura, di decisioni prese last minute in completa leggerezza.
Spesso sono due o tre giorni che si ritagliano improvvisamente per lo spostamento all’ultimo minuto di una riunione o nell’attesa di una documentazione che impedisce di terminare un lavoro.
Una faccenda estemporanea che non ammette pesantezze o sovrastrutture: prima fra tutte la preparazione di un bagaglio adeguato.

Allora bando al popolare trolley e avanti con una più funzionale Reinsenthel. Non la conoscete?
E’ tra le proposte più curiose dell’estate Principe di Firenze: una borsa apparentemente ultraslim che con pochi gesti della mano si trasforma in una capiente “valigetta del dottore” dalla classica sezione triangolare, capace di accogliere ben 18 litri di eleganza.

Spazio che basterà..
a contenere, grazie alle molteplici e ben divise tasche interne, uno strutturato beauty case maschile o femminile, e tutto quel che serve per i giorni di libertà che ci siamo presi.
Ma attenzione però, perché non ci riferiamo a semplici bermuda e costumi da bagno, ma a un’eleganza a prova di qualsiasi dress code, nella quale sempre Principe di Firenze è quasi maestro.

Parliamo, sia per l’uomo che per la donna, di giacche e camicie perfettamente ingualcibili grazie alla particolarità di tessuti che respirano e possono essere “ridotti” ai minimi termini, persino infilati nello spazio di una busta.

Non mancano poi pantaloni lunghi da alternare ai bermuda,
nei modelli chinos per l’uomo e in cotone ad effetto “peau de peche” veri e propri passepartout per abbinamenti che sostengono in egual misura e con lo stesso successo sia look sportivi, sia quelli più formali ed eleganti.

Chiave di volta per il bagaglio perfetto sono infine le polo,
anch’esse maschili e femminili, capaci di vestire impeccabilmente ogni momento della nostra fuga.
Principe di Firenze propone le più classiche in una gamma infinita di colori e suggerisce – per sentirsi davvero attrezzatissimi – anche la versione a manica lunga.

Un dettaglio che risolverà molti di quei momenti in cui la brezza leggera dell’estate e di un weekend strappato agli impegni, si trasforma in quel brivido imprevedibile un po’ troppo fresco per essere ignorato.



Chic á porter, il periodo migliore per acquistare è l'estate
Chic á porter, il periodo migliore per acquistare è l’estate
Estate non è solo tempo di saldi, che talvolta diventano un rompicapo di taglie e occasioni d’uso.
E’ il tempo invece di scelte oculate e lente su quello chic, pronto all’uso, che farà una grande differenza nel vostro guardaroba e nella vostra autostima.
Capi che, in altre stagioni, non si “programmano”, presi dalla frenesia di rinnovare il capospalla o l’abito d’elezione.
Uno di questi chic è senz’altro quello che indossiamo in casa, lontano dall’apparire e di certi esibizionismi della griffe o della propria stessa personalità.
Allora largo, nelle collezioni Principe di Firenze, alle vestaglie da notte ipertrasparenti, morbidissime come un battito d’ali di farfalla sulla pelle.
Magari accostate a un intimo chic e funzionale insieme, ben rappresentato dal marchio Hanro, vera e propria star dell’angolo dedicato a intimo e lingerie dei nostri negozi.


Altre idee di acquisto oculato sono la pigiameria, settore in cui Principe di Firenze con il proprio marchio ha creato modelli supercomodi e funzionali, a partire dalla qualità dei cotoni e della manifattura, squisitamente italiana, anzi toscana.

Infine alle giacche da camera, perché anche nell’estate più torrida, il tocco di freschezza di un modello in stile kimono è capace di quel tocco di freschezza, comodità e sobrietà che mettono sempre a proprio agio, qualsiasi sia il livello del termometro.

Un momento l’estate, in cui è bello – curiosando tra i nostri scaffali – sentire tra le dita il piacere di una seta particolare, dei lini, dei cotoni, di tutte le fibre più pregiate e naturali fatte per durare per sempre, rinnovando ogni volta il piacere di quella carezza esclusiva.


Un piacere che risveglia tutti i nostri sensi.
Il piacere di un’estate di proposte e di scelte sincere. Nei negozi e nell’online Principe di Firenze, naturalmente.
Di madre in figlia. Quando l'eleganza è trasversale
Di madre in figlia. Quando l’eleganza è trasversale
In epoche in cui nascono start up per “noleggiare” la borsetta griffata per una sera, sorprende il fatto che i riflettori, anche quelli più attenti del giornalismo femminile o dei sociologi, non abbiano mai inquadrato una tendenza ormai protagonista in qualsiasi casa convivano due generazioni di donne.
Un vero peccato, perché osservare con occhio attento queste nuove abitudini avrebbe molto da raccontare sul riscatto delle “madri” in termini di prolungamento sociale della propria aura di charme e bellezza, così come avrebbe molto da smitizzare su una generazione di “figlie” dedite più o meno solo al telefonino.

E poi, visto che tanto si parla di riuso, ecologia, vintage e altre finezze del genere, non sarebbe l’ora di inquadrare un po’ meglio la neolaureata venticinquenne che per la propria cerimonia di laurea così come per una cena elegante al ristorante “ruba” alla mamma la borsetta, il foulard, quella camicetta così introvabile o l’abitino nero minimal ma di incomparabile chic?

Del resto gli spunti ci sono tutti.
Basta guardare in giro nei luoghi dove le giovani donne amano sfoggiare tutta la loro bellezza e eleganza.
Una serata a teatro, la prima di un concerto, il party sulla spiaggia, ma persino pub e discoteche, pullulano di ragazze che hanno preso in prestito dalla generazione precedente almeno un capo o un accessorio. Di contrasto non sono pochi i luoghi frequentati dalla generazione femminile adulta in cui ci si presenta, a condizione che sia veramente elegante, con qualcosa presa in prestito dall’armadio delle figlie.
Una trasversalità che, in molte delle proposte “senza tempo” Principe di Firenze, è da sempre presente.

Perché il capo della donna adulta è sempre un capo di qualità, di taglio elegante, con quel qualcosa di speciale (in questo la nostra ricerca è ossessiva) capace di renderlo unico.
Così, tra materie prime nobili e lavorazioni che spesso oltrepassano l’artigianale per diventare arti-geniale, è facile che questi due mondi si incontrino proprio da Principe: nei colori, negli stili, nelle conformazioni, in tutti quei dettagli che la moda massificata e che tende a dividere le generazioni come fossero recinti non può permettersi di esplorare e proporre.

La dura legge del marketing che si ammorbidisce solo con le leggi che governano più o meno ogni casa: un bel po’ di affetto, una grande esperienza e la percezione esatta del valore.
Tavola di Ferragosto, trasandatezza non ti conosco
Tavola di Ferragosto, trasandatezza non ti conosco
Si avvicina l’appuntamento annuale più temuto dell’anno: la tavola di ferragosto.
Momento di allegria e convivialità, ma anche fonte di stress, ansie da organizzazione e di un vero e proprio percorso da equilibristi, sul filo che divide originalità e ineleganza.
Principe di Firenze, nel reparto casa dei negozi di Forte dei Marmi, Lucca, Firenze, ha messo insieme collezioni di idee che meritano una visita approfondita già prima del grande giorno: vestire la tavola o il buffet, apparecchiare con quel tocco di informalità che fa subito chic e memorabilità, stupire con accessori nuovi e divertenti e – ultimo ma non meno importante – risolvere mirabilmente ogni intoppo nell’organizzazione.

Il classico ferragostano è senz’altro il pranzo,
il quale al di là delle pietanze, può presentare la necessità non solo di una tavola impeccabile, ma anche quello più banale di un segnaposto gioioso per ogni ospite. Ma, se non si intende allestire una tavolata all’aperto, che obbliga un po’ troppo all’immobilità, la grigliata al tramonto è davvero una delle idee migliori.
La ricetta di Principe in questo caso strizza l’occhio a un gioioso e interessante coinvolgimento degli ospiti nella realizzazione di maionesi istantanee, bibite e aperitivi, dressing per accompagnare insalate, contorni, cartocci e grigliate.

Una delle risposte più sbalorditive la fornisce la linea Cookut:
una serie di barattoli e accessori che grazie a un’intuizione geniale – e un pizzico di coscienzioso ambientalismo – permette a chiunque di mixare al momento i giusti ingredienti di base – magari lasciati a disposizione in un’antipastiera trionfante al centrotavola – e shakerare in pochi attimi una maionese freschissima ricca di ogni variante di gusto e dressing a prova di chef stellati. Non ultimo, proprio questa linea francese di gran successo tra le proposte Principe di Firenze, propone anche un mini barbecue che può essere facilmente sistemato là dove non ci si aspetterebbe, anch’esso, ad esempio, a centrotavola.

Buone e funzionali idee non mancano anche sul fronte della personalizzazione per riconoscere i bicchieri utilizzati liberamente dagli ospiti durante un buffet in piedi. Altro classico di ogni organizzazione elegante e impeccabile di una festa estiva da non dimenticare.
Ode ai Bermuda… ma con un occhio al centimetro
Ode ai Bermuda… ma con un occhio al centimetro
Né troppo corti, né troppo lunghi.
E’ questa la regola aurea di uno dei capi maschili più intramontabili: i Bermuda.
I mitici pantaloni corti, che si ispirano già nel nome alle mitiche isole caraibiche, sono non solo un sempreverde dell’estate, ma un vero e proprio dress code che ha saputo conquistare una propria trasversalità.
Non più limitate al tempo libero senza altro impegno sociale, in stile traversata in solitaria, ma vero e proprio cult di ogni armadio maschile, ad ogni età e posizione sociale.


La differenza la fanno i centimetri e la fattura
che sono la bussola per evitare di perdersi nell’effetto vecchio turista nella città d’arte troppo accaldata.
I primi Bermuda, infatti, nascevano in sartoria, secondo codici che amavano le pinces, il gambale leggermente svasato, e l’abbinamento canonico a una camicia perfetta e a una sahariana – anch’essa sartoriale e dotata di tutti i comfort – in tono. Tanti i materiali, che talvolta comprendono anche il lino, il quale oggi ha lasciato il passo al meno enigmatico e più docile cotone.
La lunghezza perfetta non lascia dubbi, un paio di centimetri sopra il ginocchio.
Ma oltre a questo, soprattutto quando si acquistano confezionati, è essenziale che anche le ampiezze siano egualmente più attillate e misurate. Scelta del tutto personale e in ogni caso elegante è preferire quelli con risvolto o senza, nei colori classici che spaziano dal corda al mattone, passando per ghiaccio e verde oliva.
Qualche coraggioso anticonformista osa pure il madras, ma bisogna saperlo portare con personalità e un certo rigore.

Attenzione infine al senso estetico.
Per indossare elegantemente un paio di Bermuda non è certamente necessario essere uno sportivo dal fisico statuario o un modello, ma ogni pantalone corto e in particolare i Bermuda non sono proprio l’ideale per nascondere con il loro effetto ottico d’insieme eventuali rotondità in eccesso.
Detto questo però, i Bermuda, complice le estati sempre più calde, hanno saputo scalare nel tempo sia le occasioni d’uso dell’arco della giornata, arrivando a comprendere anche la sera e in qualche caso il tempo passato in ufficio – purché non vi siano riunioni con esterni – sia gli abbinamenti, che ora vanno dalla semplice t-shirt o una polo con colore a contrasto e le scarpe, sneakers, da barca o allacciate che siano.

Per gli amanti dei sandali, invece, c’è chi sa portarli con personalità.
Per tutti gli altri però vale il detto di uno dei più celebri attori del nostro teatro, che trovandosi alla porta un visitatore coi sandali ai piedi esclamò: toh, un apostolo!
Principe e Cookut, fare cucina per cambiare il mondo
Principe e Cookut, fare cucina per cambiare il mondo.
L’angolo dedicato alla cucina e alla casa dei negozi Principe di Firenze ha sempre nuove idee e protagonisti.
Uno tra i più curiosi, per la propria cucina o per una fantastica idea regalo, è Cookut: il giovane marchio francese che sta rivoluzionando il senso di fare cucina a casa propria.

L’idea alla base di Cookut è giovane, ambientalista e persino un po’ zen.
Attraverso una serie di accessori manuali, chic e geniali, si sostituiscono gli elettrodomestici, si rafforza il piacere di dedicarsi alla preparazione di cibi e bevande, si va meno fuori e si sta più insieme nei legami sociali.
Una rivoluzione semplice eppure elegantissima.
Prepararsi un mojito in terrazza con gli amici accende l’entusiasmo con un pestello in legno multifunzione che pesta e spreme il lime e trita finemente il ghiaccio con l’allure che coniuga gli “altri tempi” al senso del design più contemporaneo.

Stessa cosa per la linea di barattoli e bicchieri agitatori, i quali, secondo piccoli componenti rigidi che sottolineano la trasparenza del vetro temperato, erogano in pochi attimi di shaker, maionesi domestiche memorabili, vellutate crespelle e pancake, dressing sopraffini e fantasiosi per insalate e piatti freddi.


E poi mille idee curiose per creatività culinarie sempre nuove e giocose: barbecue che possono fare da centrotavola, accessori per sushi, persino un altrove introvabile creatore di crocchette per i nostri piccoli amici domestici di pelo, mutuato dalle allegre vaschette per il ghiaccio.

Eleganza che sposa la funzionalità, verrebbe da dire, ma nel caso di Cookut il concetto sembra andare oltre.
La loro è una vera e propria missione: ritrovare il piacere di stare insieme, riappropriarsi di gesti antichi e personali, senza andar fuori, attenti al pianeta e nella massima libertà della scelta di un’alimentazione in proprio fatta di prodotti freschi e di idee ancora più fresche. Non ultima quella di devolvere una parte del loro giovane fatturato aziendale alla causa ambientale che vuole salvare le api e, con loro, creare un pianeta più attento ai piccoli gesti di ognuno, più godibile, migliore.


Informale o sbarazzina, i canoni della tavola elegante per l'estate
Informale o sbarazzina, i canoni della tavola elegante per l’estate.
Estate, tempo di tavolate tra amici.
Può essere un pasto informale o qualcosa di più destrutturato, declinato in apericene, brunch, merende o semplici rinfreschi. Qualsiasi sia l’occasione o il luogo – in casa, in terrazza, in giardino, in barca – se vogliamo proporre una tavola estiva chic, non dobbiamo dimenticare i suoi principali canoni d’eleganza.
Principe di Firenze, nei negozi e online, ne fa una sintesi perfetta in tutte le loro sfumature, a partire da tovagliati e set da tavola, fino alle porcellane e cristallerie. Dalla stuoia che arreda un ambiente alla stampa gradevolissima di un copritavola speciale.

La sintesi dello chic?
Freschezza e colore, anzitutto, ma con un limite ben preciso e misurato.
No all’esagerazione dei decori e ai contrasti tra le forme. Ce lo chiede il caldo estivo, che privilegia le linee essenziali e i colori rilassanti, al massimo grado di semplicità.
Naturalmente la tavola estiva per eccellenza può essere ispirata al mare, con disegni che ne richiamino pesci, stelle marine, coralli, stilizzazioni di onde, e giocare coi blu, gli azzurri e in genere tutti i colori di una barriera corallina, o i bianchi a contrasto.
I quali, soprattutto per le ceramiche, fanno del total white un vero e proprio must cui difficilmente si rinuncia.


Ma per chi desiderasse un’alternativa ci sono sempre i colori solari, con i trionfi di frutta e fiori della bella stagione, i quali spesso – e anche qui l’occhio vuole la sua parte di spettacolo – entrano in sinergia con il menu e le bibite proposte agli ospiti, giocando di citazioni e rimandi al sapore e a certe tradizioni gastronomiche inossidabili estate dopo estate.


Per il resto, sarà bene ricordarlo, la tavola di casa che rispecchia il carattere della famiglia, sia esso declinato in versione minimal, country, vintage o contemporaneo, non sarà mai una scelta sbagliata.
Anche perché spesso si può puntare al dettaglio che fa subito estate: che sia il decoro di un bicchiere, o l’allegria di un tovagliato che sostenga da solo il tema, anche se s’intendono usare le posate d’argento per servire una semplice insalata di riso.
Cosa non del tutto insolita, del resto, perché se l’estate richiede il massimo della libertà, non è detto che faccia male un elemento che ci ricorda chi siamo, proprio quando mangiamo.
L'estate della moda: l'eterno ritorno della disinvoltura
L’estate della moda: l’eterno ritorno della disinvoltura.
Che sia città, lungomare, campagna o vita sociale, l’uomo riscopre un approccio più disinvolto alla moda. Affrancandosi forse per sempre dai diktat del troppo fasciato – che in alcuni casi hanno sfiorato il ridicolo con taglie che sembravano due o tre volte più piccole oppure, al contrario con l’extralarge in ogni dove, soprattutto in materia di giacconi e cappotti.
Armonia e disinvoltura..
fanno così riscoprire proporzioni finalmente più calibrate, soprattutto per le giacche, siano esse mono o doppiopetto, che lasciano come unica raffinata concessione al farsi notare i revers con punta larga e slanciata, ispirata ai grandi “armatori” e “capitani” dell’industria e del bel mondo come gli indimenticati Agnelli o Onassis.

Per quel che riguarda spezzati e blazer, si ammorbidiscono tutte le forme, sottolineando non solo una più disinvolta vestibilità dal punto di vista del taglio, ma anche nella percezione del tocco.
La quale, grazie ai pesi leggeri del tessuto e a una maggiore fluidità delle lavorazioni di lini, cotoni e sete sempre più in mix tra loro, permettono la morbidezza delle lavorazioni areate come il crêpe o l’hopsack, quest’ultima mutuata dagli aeratissimi sacchi per il luppolo nella lavorazione della birra.


La ricerca della novità è sempre più spesso affidata, oltre che alle lavorazioni e alla struttura dei tessuti, anche agli effetti di intreccio e colore che richiamano gli inossidabili “solari” ad effetto sgargiante o al fil-a-fil che citano i gessati, pur senza esserlo in senso classico.



Sempre più spesso, infine, all’insegna di una decostruzione sempre più accurata di obblighi e dress code, ci si affida alle giacche in maglia e in jersey, di diverse finezze e texture, capaci di “liberare” anche le occasioni più rigide e formali.
Caldo? Non lasciamoci sbottonare
Caldo? Non lasciamoci sbottonare
Primi giorni di afa e solleone ed ecco che le città si riempiono di scamiciati sudoranti con infradito e quant’altro preveda il corredo.
Ricerca di bibite ghiacciate e un po’ d’ombra, e sguardi ai tanti uomini e donne eleganti vestiti di tutto punto che vanno dall’ammirato – non senza un pizzico di invidia – al compassionevole: chissà come farà!
Dal momento che non stiamo parlando di uomini e donne sottoposte a tortura o provenienti da un altro pianeta, ma semplicemente eleganti e in perfetto ordine, Principe di Firenze invita a una riflessione attorno ai concetti base che rendono possibile e addirittura piacevole
il fenomeno.
Anzitutto un po’ di saggezza antica..
che sicuramente ognuno di noi avrà sentito dire: se protegge dal freddo, protegge anche dal caldo. Argomento da non liquidare troppo in fretta come se fosse una frase da vecchie zie, ma precisa verità della fisica.
Sulla quale un ripasso non fa mai male.
Certo questo non vuol dire usare il piumino a ferragosto, ma certamente la struttura di certe fibre naturali – tra cui la lana – permettono isolamento e aerazione più invidiabili di alcuni look nudo e sudaticcio che si vedono in giro.
Se non bastasse la natura delle fibre più nobili, si può aggiungere l’umano ingegno nel saperle tessere, trattare, adoperare.
Magari nei tempi frettolosi e globalizzati di oggi non sifa caso ai costi e alle sapienze di lavorazioni lente, e si va giù di tagli-e-cuci rombanti in chissà quale parte del pianeta e spedite per mare via container.

Ma per chi si affida a quelle tradizioni e quei know how, sa bene la libertà e la freschezza che può dare un tessuto lavorato hopsack, o quel “cannone” in più di una camicia, il quale muovendosi – provare per credere, recitava una vecchia martellante pubblicità – è una piccola “aria condizionata” ben diversa da qualcosa che si appiccica alla pelle come un cerotto.

Poi ci sono i colori e ritorniamo alla fisica:
i riflettenti, gli assorbenti, i freschi naturali.
Assieme al modo di tingere, naturalmente, per il quale non basterebbe un intero manuale di tecniche e agenti “aggredenti” che fanno magicamente variare i prezzi a scapito delle performance, proprio in caso di improvvisi bollori.
Applicate queste poche consapevolezze, non si avrà più la giustificazione che chi cammina in piena estate in giacca o tailleur stia facendo “apnea” da ambienti potentemente condizionati in stile cella frigorifera.
Che siate donna, uomo o bambino, fatevi un giro tra le proposte Principe di Firenze per l’estate.
Ne scoprirete delle belle per non lasciarvi sbottonare al primo accenno d’afa.
