Cashmere, un milione di buoni motivi per indossarlo. Anzi un millionaire

Ogni cosa ha il suo inizio, dicevano i filosofi, e l’inizio del cashmere sta tutto lì: nella capra. Una capra cinese – tibetana per l’esattezza – importata prima in Scozia e poi un po’ dappertutto, specialmente in Europa.

Un animale semplice, senza troppe pretese e senza difficoltà d’allevamento, che ci regala, alla fine di ogni anno solare, poco più di duecento grammi di morbido pelo.

Eh sì, ci siamo intesi bene, il massimo della produzione è proprio quello: 200 grammi, numero che ai più superficiali fa venire in mente la giustificazione di un costo e a chi ama approfondire racconta anche molto altro: una storia lenta e preziosa..

cashmere

Del resto è vero che la capra si accontenta di poco in quanto a mangiare, dal momento che può cibarsi trasformando in energia persino sterpi secchi e rovi spinosi, ma è anche vero che ha bisogno di grandi spazi – non più di due capre per un ettaro, 10mila metri quadri – e di notevole competenza nella lavorazione.

Perché la capra lo produce per corredo genetico, ma poi ci vuole del genio per farne un ottimo cashmere. E qui agli amanti dell’allevamento intensivo e su scala industriale già potrebbe girare la testa.

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Su queste premesse il cashmere è il re assoluto della lana. Non c’è migliore leggerezza, potere avvolgente, versatilità modaiola e di lavorazione, resistenza ed eleganza.

Ci sono insomma un milione di buoni motivi per indossarlo… a cominciare dalla sua versione “millionaire”, la preferita nelle collezioni Principe di Firenze, che arriva dalla Scozia ed è caratterizzata da un filo solo, superleggero, quasi impalpabile ma tenacissimo e – Ça va sans dire – indistruttibile.

Da questo top, la maglieria Principe di Firenze, fa partire tutte le proprie proposte in cashmere. Si va dalla maglia classica, in cashmere filo rasato, prodotta in Scozia proprio per il brand Principe di Firenze, fino alle sinergie con altre fibre per modelli alternativi al classico scollo a v.

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Parliamo del paricollo dove un tocco di cashmere ingentilisce la robustezza di una lana due fili, oppure del lupetto con zip dove la preziosità del cashmere sottolinea la leggerenza e l’elasticità estrema di una viscosa raffinatissima.

Infine nelle versioni gilet, anche double face, dove alla lana per eccellenza si sposano tessuti o flanelle di estrema praticità ed eleganza.

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